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al testo di Rosetta Sacchi
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Ripercorrere ogni meandro e scegliere tra tinte fosche e vive prediligere la cornice al caos ridisegnare il contorno delle ombre mutar grado ed intensità optare per la luce calda. Non mi dà sollievo. O fredda. Non mi traduce appieno.
Entrare in turbini e gironi credere ad oniriche visioni e (con)correre_ lent/animé_ il fiato uno strumento in crescendo al gradino in cima ad un tappeto.
In un momento meno propizio far calzare un vestito ad uno stato vissuto nel remoto e accantonato sorridere a tema col malessere che tarla l’osso d’ogni mio pensiero.
E (con)correre l’anima spogliata sensibile al gelo ed alla fiamma con la negazione degli opposti in equilibri forzati lotte impari fortuiti ripari ed imperfetti connubi.
Io appollaiata sopra un ramo emetto un suono allegro oppur gracchiante un trillo o uno stridìo e non mi domando la levità o il peso del mio canto. Intono il quotidiano mio tormento: un arcobaleno che includa ogni tempesta.
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